Le Sale VIII e IX del Museo Diocesano di Brescia sono dedicate al tema della Bottega del Moretto. Le opere qui esposte testimoniano il persistere del linguaggio artistico del Moretto nei suoi allievi più dotati, da Luca Mombello a Francesco Ricchino, da Agostino Galeazzi al figlio Giovanni Battista. Di Francesco Ricchino (1509 o 1513-1573) è la decorazione degli sportelli di un tabernacolo ligneo esposto nel mezzo della Sala VIII. Il manufatto proviene dalla sacrestia di Tavernole sul Mella, in Valtrompia, ma è mancante della cuspide superiore. I personaggi raffigurati negli sportelli del tabernacolo posseggono la monumentalità caratteristica dello stile di Francesco Ricchino. Vi si distingue però una grafia più tipicamente manieristica e dei panneggi dai riflessi argentati, sicuramente desunti dal maestro. Di Agostino Galeazzi (1523-1576) sono esposte due tele, delle quali si segnala l’Immacolata Concezione esposta sempre nella Sala VIII. Le dimensioni dell’opera suggeriscono una sua origine legata alla devozione privata dei frati della basilica di Santa Maria delle Grazie, da dove infatti proviene. Il tema dell’Immacolata, abbastanza nuovo per l’epoca, viene affrontato dal pittore con l’inserzione di simboli corredati da iscrizioni esplicative. Le figure hanno tutta la pienezza monumentale e la grazia del Moretto. Nella Sala IX è esposta una tela del figlio di Agostino Galeazzi, Giovanni Battista (1550-1610). L’opera raffigura Santa Giulia, le cui reliquie erano un tempo conservate nel monastero di Santa Giulia, oggi sede museale. Dentro alla tela, l’occhio del visitatore si perde nella precisione e nel dettaglio con i quali sono descritti i gioielli e la densità materica dei vestiti. Accanto a questa si trovano un’altra tela di Agostino e due dipinti attribuiti a Luca Mombello (1518-1596), uno dei più originali allievi del Moretto. La più monumentale di queste opere è l’Incoronazione della Vergine con le Allegorie dell’Umiltà e della Pudicizia, messa in comunicazione con una Madonna col Bambino sempre realizzata dalla bottega del Moretto. L’impostazione del gruppo dell’Incoronazione è un chiaro omaggio al medesimo soggetto dipinto dal Moretto nella parte superiore dell’omonima tela nella Basilica di San Nazaro. Anche i tratti fisiognomici e l’atteggiamento di Maria ricalcano fedelmente quel modello. Le figure dell’Umiltà e della Pudicizia, in basso, sono due virtù riconosciute della Vergine, in quanto prescelta da Dio per concepire Gesù Cristo. Entrambe le allegorie spiccano per l’elevata preziosità delle vesti, soprattutto l’abito bianco broccato in oro della Pudicizia. Anche i gioielli da esse indossate sbalordiscono per l’alto livello di dettaglio col quale sono descritti.

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