Trasfigurazione di Cristo

Autore: Antonio Gandino (Brescia 1560-1630) Olio su tela  -  248x167 cm Provenienza: Brescia, Curia Diocesana  - 

Questa Trasfigurazione di Cristo, uno degli episodi sacri più rappresentati nell’arte, proviene dalla Curia Diocesana di Brescia. Purtroppo, non si conosce ancora la sua collocazione originaria.

È opera di Antonio Gandino, allievo del Veronese e uno dei maggiori esponenti della pittura bresciana del XVII secolo.

La narrazione si attiene al racconto dei Vangeli: Cristo rivela la sua natura divina agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor. Seguendo l’iconografia consolidata, Antonio Gandino raffigura i tre apostoli nella parte inferiore della tela.

All’estrema sinistra, Pietro si inginocchia e alza le braccia al cielo. In centro, il giovane Giovanni cerca di coprirsi il volto, abbagliato dalla luce divina. Giacomo, in posizione leggermente superiore rispetto agli altri, giunge le mani in segno di preghiera.

Nella parte superiore, Antonio Gandino colloca la manifestazione divina: purtroppo, lo strato pittorico qui è molto impoverito. Cristo è in primo piano al centro, con le vesti bianche pervase dalla luce. Ai suoi fianchi compaiono i profeti Mosè ed Elia, simboli dell’Antico Testamento, con le Tavole della Legge e i libri sacri.

La scena è giocata su tonalità calde e morbide, mentre le ombre evocano una grande spiritualità devozionale. Si nota, anzi, una precisa ispirazione alla tela con lo stesso soggetto realizzata dal Tintoretto per la chiesa di Sant’Afra alla fine del Cinquecento.

Le pose eloquenti dei personaggi e i panneggi stesi a larghe pennellate derivano dai modelli manieristici di Jacopo Palma il Giovane. Tali nozioni sono molto presenti nelle opere mature di Antonio Gandino, come l’Assunzione della Vergine di Pisogne, dipinta tra il 1610 e il 1620. In entrambe le tele, inoltre, i personaggi convergono verso il basso in un tipico schema a V.

Allo stile del Palma si accostano anche i modelli della pittura bolognese, come la Trasfigurazione di Cristo dipinta da Agostino Carracci entro il 1595. Per questo motivo, la critica tende a datare la tela di Antonio Gandino nello stesso periodo dell’Assunzione, prima che l’artista si orientasse verso nuove soluzioni come la Maddalena penitente nella chiesa della Carità di Brescia, firmata e datata 1620.

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