Il Festival Dantesco Bresciano al Museo. Con Cristina Muccioli
Il Festival Dantesco Bresciano farà tappa anche al Museo Diocesano di Brescia!
Appuntamento
Venerdì 11 Aprile 2025 ore 20:45
“Poi piovve dentro a l’alta fantasia”. Parole che evocano immagini, immagini che prendono la parola
Relatrice Cristina Muccioli
Teorica dell’arte, scrittrice, critico d’arte, già docente di Estetica, di Fenomenologia, e di Etica della Comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
Per l’occasione, il Museo propone anche una visita guidata gratuita alla nuova sezione espositiva dedicata alla Divina Commedia di Anselm Rohehr, artista tedesco che ha ritratto la vicenda dantesca attraverso uno sguardo lineare ed essenziale, lasciando nei suoi disegni un senso di “non finito”.
Visita guidata gratuita al Museo Diocesano con ritrovo ore 19.45
I moduli di prenotazione per la conferenza e per la visita guidata sono disponibili a questo link.
Nelle Cantiche di Inferno e Paradiso la fertilissima inventiva di Dante dà prova di virtuosismo entusiastico, atto a superare l’umano, a misurarsi con il trascendente diabolico e il divino, con l’eterno, lo smisurato, il terribile e il sublime. In quella del Purgatorio, invece, il poeta fa sentire la fatica terrena della salita, inventa il verosimile, come fosse Dio stesso a manifestarsi attraverso la sua finissima ma docile penna: nel verso 25 del canto XVII scrive, infatti: “Poi piovve dentro a l’alta fantasia”. Versi che Italo Calvino, nel capitolo dedicato alla visibilità delle Lezioni Americane, chioserà con: “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”. Né dannati senza speranza di perdono e redenzione, né santi immacolati e inarrivabili per esercizio eroico di virtù popolano il Purgatorio, che è paesaggio naturale ed esistenziale nel quale possiamo tutti riconoscerci: negligenti, invidiosi, superbi, avari… ma capaci di espiazione, meritevoli di compassione e clemenza. Assiderato dallo spaventoso cuore criogenico dell’Inferno, Dante fa avvertire il tepore e il sollievo del risveglio interiore e ambientale appena esce a riveder le stelle, e tra tutte Venere, sigillo celeste dell’amore. Sulla montagna del Purgatorio ricompare la scansione temporale di giorni assolati e notti cupe, delle stagioni, dell’aspettativa di un futuro che tanti chiedono di abbreviare attraverso le preghiere dei vivi, invitati a ricordare chi non c’è più, a dedicare pensiero e cura. Sbocciano copiosi i fiori nella Valletta dei Principi, le ortiche , già note nel medioevo dantesco per le loro proprietà depurative di reni e intestino, pungono un corpo senziente come un rintocco di realismo e quotidianità proprio in mezzo al regno dei morti, che ci riguarda innanzitutto come esseri in transito, in cammino, ma con direzione ascensionale.