Stracci di Clelia Adami con UCAI Brescia
Il Museo Diocesano di Brescia ospita la mostra ersonale dell’artista Clelia Adami promossa da UCAI Brescia “Stracci”.
A cura di Cristina Carnevali, Rita Duchi e Francesco Visentini.
L’associazione UCAI di Brescia riapre al pubblico in un contesto del tutto inedito, nella sua nuova sede al Museo Diocesano di Brescia.
La mostra di Clelia Adami, intitolata “Stracci”, permetterà al pubblico di accedere ad uno strappo aperto sulle sue opere, attraverso un viaggio emozionale suscitato da tre soggetti presentati uno all’interno di ogni sala. Un soggetto dominante cattura l’attenzione e colpisce per la sua intensità e la carica rappresentativa che investe il visitatore appena varca la soglia della stanza. La sua maestosità salta all’occhio e trascina inesorabilmente nella dimensione dell’opera.
«La diversità dei materiali scelti come supporto offre una prospettiva di interpretazione che aggiunge una connotazione ruvida alle pennellate decise della pittrice. Molti dei volti scelti per questa mostra sono dipinti su quelli che la stessa Clelia ha definito “cartonacci” e rappresentano espressioni accennate o cancellate che, come gli stracci di cartone su cui sono posate, riacquistano dignità attraverso la mano dell’artista.» (C. Carnevali).
L’artista Clelia Adami
Nata a Brescia nel 1983, ha conseguito la maturità artistica presso il Liceo Artistico “M. Olivieri” di Sarezzo (2001), ha proseguito gli studi presso l’Accademia di Belle Arti “Santa Giulia” di Brescia, dove ha ottenuto prima il diploma accademico quadriennale (2006) e poi il diploma specialistico in Pittura (2008). Ha realizzato la prima mostra personale “Segno e materia” nel 2007 a San Gervasio (Bs), mentre la più recente è “Visioni” (2019) a Milano.
«La maternità è un fattore presente all’interno della sua lirica artistica, perlomeno come riflessione sull’essere donna e pensiero metapoetico sull’arte» (A.Piergentili). La privata esigenza di essere madre l’ha portata al di fuori dalla vita artistica dal 2012 al 2013, anno in cui riprende l’attività con uno spirito rinnovato e diversamente consapevole. Se da un lato maternità e arte non sempre sono conciliabili e – proprio per dedicarsi ai suoi quattro figli – anche dal 2014 al 2016 decide di fermare la sua produzione, vi si riavvicina nel 2017 con grande maturità, nuovi stimoli e desideri, ma soprattutto maggiore urgenza espressiva.
Ha meritato diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Moretto, 43° ed (2010), dove si è classificata prima, e il Premio Giovane Arte Bresciana (2009), dove si è posizionata al secondo posto. Tra gli ultimi premi si ricordi il secondo posto al Premio Moretto, 49° ed. (2016). Vive e opera a Brescia