La Madonna col Bambino in gloria, san Giovanni evangelista, il beato Lorenzo Giustiniani e l’allegoria della Divina Sapienza

Autore: Alessandro Bonvicino, il Moretto (Brescia 1498 circa – 1554) Olio su tela  -  272 x 190 cm Provenienza: Brescia, Palazzo Vescovile  - 

La tela originariamente si trovava nella chiesa cittadina di San Pietro in Oliveto, commissionata dalla congregazione veneziana dei Canonici di San Giorgio in Alga.

Viene ricordata dai cronisti passati come opera pregevole, tanto da sorpassare il dicibile della lingua. 

Al centro, protagonista dell’opera, troviamo il beato Lorenzo Giustiniani, severo e anziano, con un viso corrispondente a quello dipinto da Gentile Bellini che lo ritrae oltre la settantina.

L’uomo, in atto di scrivere sopra un libro, rivolge lo sguardo e la parola alla Sapienza Divina, una figura ricca di ornamenti preziosi, con un’insistenza quasi manieristica su ogni dettaglio.

La donna indica con gesto plateale la parte alta della scena dove si trovano la Madre con il Bambino, assisi su un trono di nubi  sorretto dai rami intrecciati del fico e del corbezzolo che simboleggiano rispettivamente la dolcezza e l’acuto rigore.

L’ultimo personaggio presente è san Giovanni, nelle sembianze di un uomo anziano, ritratto nel momento della composizione dell’Apocalisse, scritta appunto nell’estrema anzianità, in uno stato di rapimento mistico.

Sebbene la scena abbia come protagonista un beato Giustiniani maturo, l’episodio che si racconta è da collocarsi nella sua giovinezza. Ebbe l’apparizione di una fanciulla bellissima, più splendida del sole, che gli rivelò di essere la Sapienza Divina, nel cui amore avrebbe placato ogni ansia di pace, a patto di amarla come sposa.

Da qui si può comprendere meglio la presenza di san Giovanni, patrono e precursore di quanti vissero l’esperienza mistica del rapimento nella visione, come accadde al Giustiniani.

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