Abbracciare l’infinito

Mostre

ABBRACCIARE L’INFINITO

Lunedì 11 dicembre alle ore 17.45, la nuova mostra di UCAI inaugurerà insieme al testo di Adriano Dell’Asta di introduzione alla mostra.
Alla presenza di Raffaele Maiolini, vicario per la cultura della Diocesi di Brescia.

 

 

Una singola circostanza umana, insignificante dal punto di vista dell’antichità, diventa invece per il cielo equivalente all’emigrazione di un popolo intero. Cessa il potere del numero, l’obbligo imposto a ciascuno, con le armi, di vivere come tutti gli altri, come la massa. I capi e i popoli spariscono nel passato, sorge il rispetto della persona, l’affermazione della libertà. Una singola vita umana è diventata la storia di un Dio, ha riempito del suo contenuto tutta la storia dell’universo. Come si dice in un cantico dell’Annunciazione, Adamo voleva diventare Dio e sbagliò, non lo divenne, ma ora Dio diventa uomo per fare di Adamo un Dio (“Dio si fa uomo e fa Adamo Dio”)

(B.L. Pasternak, Il dottor Živago).

 

Ciò di cui ci parla Pasternak non è un’idea, non è un sogno, non è un progetto o una vaga ispirazione che non si sa come realizzare, ma un fatto, un fatto particolare, verificabile, che cambia la storia, prima di tutto la storia personale, perché in questo fatto – Dio che si fa uomo perché l’uomo possa diventare Dio – l’uomo ritrova, scopre, una dimensione che neppure poteva sperare di poter avvicinare: l’infinito.

E dopo questo fatto nessuna forza terrena può più pretendere di avere diritti o potere su nessun uomo: come potrebbe pretendere una forza enorme, ma pur sempre finita, di poter dominare l’infinito?

E dopo questo fatto l’uomo – creato a immagine e somiglianza di Dio, cioè del suo Creatore – non solo capisce di essere libero, ma si scopre chiamato alla vocazione di creare, di collaborare con il suo Creatore a compiere l’opera della creazione: che sia la custodia del creato, che siano le opere dei grandi geni dell’arte o del pensiero, che sia l’umile, ma adesso altissimo, compito del lavoro di ogni giorno.

Adriano Dell’Asta

 

 

 

Adriano Dell’Asta, laureato in filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, professore associato di Lingua e Letteratura Russa, dopo essere stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca dal 2010 al 2014, insegna attualmente Cultura Russa e Lingua e Letteratura Russa all’Università Cattolica di Brescia e di Milano.

Accademico della Classe di Slavistica dell’Accademia Ambrosiana, è vice presidente della Fondazione Russia Cristiana e membro del Comitato Scientifico Internazionale della rivista «La Nuova Europa»; membro della redazione della rivista «Koinonija» di Charkiv e del comitato scientifico delle riviste «Colloquia mediterranea» (Firenze) e «Slavica Occitania» (Toulouse), fa inoltre parte del Comitato dei Consulenti della rivista della Pontificia Università Cattolica del Cile, «Humanitas» ed è Membro del Consiglio Internazionale dei Tutori della Biblioteca Statale Panrussa di Letterature Straniere «M.I. Rudomino» (VGBIL) di Mosca.

Nella sua attività di ricerca ha approfondito in particolare alcuni nodi centrali della cultura russa del XIX e del XX secolo, seguendo soprattutto il filone della filosofia religiosa e quello dell’arte e della letteratura nei suoi rapporti col potere. Ha pubblicato oltre un centinaio di contributi scientifici e ha partecipato a numerosi convegni e seminari nazionali e internazionali (in particolare: Accademia delle Scienze Russa, Università di Mosca, Vladimir, Novosibirsk, Minsk, Kiev, Charkiv, Universidad Complutense – Madrid, Fordham University – New York, Catholic University of America – John Paul II Institute for Studies on Marriage and Family, Commissione Teologica Sinodale del Patriarcato di Mosca, Università Umanistica Ortodossa San Tichon di Mosca, Università Cristiana Ortodossa San Filaret di Mosca, Facoltà Teologica di Lugano, Facultad de Teologia San Damaso – Madrid).

Nell’ambito della filosofia e della cultura religiosa si è occupato di pensatori come Berdjaev, S.N. Bulgakov, Florenskij e Solov’ëv. Nel filone letterario, oltre ai classici dell’Ottocento (in particolare con diversi saggi su Dostoevskij), si è occupato di alcuni degli autori maggiori del Novecento: Babel’, M.A. Bulgakov, Grossman, Sinjavskij, Solženicyn, Šalamov.

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