Sermones di Sant’Agostino
Autore: Scuola bresciana (XII secolo) Manoscritto membranaceo - 385x270 mm Provenienza: Brescia, Biblioteca Capitolare del Duomo -
L’appartenenza del manoscritto alla Biblioteca Capitolare di Brescia è testimoniata da un inventario compilato nel 1797, all’epoca della Repubblica Cisalpina. Il libro dei Sermones fu inserito nei “Codici in Salvo”, cioè destinati a rimanere dentro il Capitolo, invece che essere spostati nella Biblioteca Queriniana.
Anche per questo codice si suppone un’origine o una destinazione d’uso locale. Lo suggeriscono alcune scritte con disegni datati al Quattrocento alla c. 143v. Si legge: “Carigonense junii idibus (rovinato) Andrea de venecia ha fato questa beata luce marchio sancto”.
La decorazione del volume è costituita da numerosi capilettera miniati, per lo più di tipo calligrafico. La più notevole è la A di Ascendens alla c. 1r, posta in corrispondenza dell’omelia della quinta domenica dopo Pentecoste.
È caratterizzata da un complesso impianto di intrecci vegetali di stampo quasi fantastico. Le vivaci cromie verdi e arancioni nel corpo giallo della lettera sono poste sopra uno sfondo quadrangolare blu dai contorni rossi.
Le lettere calligrafiche sono miniate in rosso con un contorno blu che dona una certa imponenza e un certo slancio alla loro struttura.
Gli intrecci sinuosi creano degli armoniosi giochi grafici simili a due manoscritti conservati nella Biblioteca Queriniana di Brescia. Si tratta del Manoscritto A.I.8 e dell’Omiliario A.I.6, entrambi spostati dalla Biblioteca Capitolare nel 1797 per ordine della Repubblica Cisalpina.
I capilettera dell’Omiliario, per esempio, sono molto simili a quelle dei Sermones per l’uso della tavolozza. Quelle del Manoscritto A.I.8 presentano invece una struttura più slanciata e di gusto arcaico.
Il volume dei Sermones viene generalmente datato tra il Mille e la fine del XII secolo per analogie con alcuni testi della Biblioteca Ambrosiana di Milano nell’impianto delle lettere. L’esuberanza cromatica e la struttura più corsiva suggeriscono la mano di un Maestro Bresciano aggiornato sui linguaggi stilistici locali o più in generale lombardi.
Author: Scuola bresciana (XII secolo) Parchment - 385x270 mm Provenienza: Brescia, Biblioteca Capitolare del Duomo -
The manuscript’s belonging to the Chapter Library of Brescia is testified by an inventory compiled compiled in 1797, at the time of the Cisalpine Republic. The book of Sermones was included in the “Codici in Salvo”, i.e., intended to remain within the Chapter rather than being moved to the Biblioteca Queriniana.
Also, for this code, it is assumed a source or a local use destination. Some writings and drawings at c.143v., dated to the 15th century, suggest this hypothesis. We read in those words: “Carigo-nense junii idibus… Andrea de Venecia made this blessed light, mark sancto.”
The decoration of the volume consists of numerous illuminated initials, mainly of calligraphic type. The most noteworthy is the A of Ascendens at c. 1r, placed on the fifth Sunday after Pentecost.
It is characterized by a complex plant of vegetable intertwining with an almost fantastic mold. The bright green and orange hues in the yellow body of letter are placed on a square blue background with red outlines.
The calligraphic letters are illuminated in red with a blue outline which gives a certain grandeur and impetus to the structure.
The sinuous intertwining creates harmonious graphic games similar to two manuscripts preserved in the Biblioteca Queriniana di Brescia. These are the Manuscripts A.I.8 and the Homiliary A.I.6. They both have been moved from the Chapter Library in 1797, by order of the Cisalpine Republic.
The initials of the Homiliary A.I.6. are very similar to those of the Sermones in the use of the palette. Those of the Manuscript A.I.8., on the other hand, have a slender structure and an archaic taste.
The volume of the Sermones is generally dated between the IX and the end of the 12th century, by analogy with some texts of the Biblioteca Ambrosiana di Milano in the layout of the letters. The chromatic exuberance and the more cursive structure suggest the hand of a master from Brescia updated on the local stylistic language or, more generally, Lombard.