Madonna in trono con il Bambino, un santo pontefice e San Giovanni Battista
Autore: Floriano Ferramola (Brescia 1478-1528 circa) Olio su tela - 226x204 cm - inv. 124 Provenienza: Brescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo -
La pala proviene dalle collezioni della Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia. È stata firmata e datata da Floriano Ferramola nel 1522, ma non se ne conoscono le origini.
Viene menzionata per la prima volta nel 1964, quando viene comprata all’asta dalla Bob Jones University di Greenville, in California. Acquistata nel 1968 dalla Pinacoteca, viene poi ceduta al Museo Diocesano di Brescia.
Gaetano Panazza la collega ad una Madonna in trono col Bambino battuta all’asta a Londra nel 1826 e venduta ad un ignoto collezionista. L’opera era stata collezionata da George Stanley, visconte di Bolingbroke, forse in seguito alle spoliazioni napoleoniche.
Un primo restauro piuttosto invasivo avvenne nel 1964, quando fu venduta all’Università di Greenville. Nel passaggio in Italia, si rece necessario un secondo intervento per rimuovere le pesanti ridipinture e lo spesso strato di vernice applicati quattro anni prima.
Ciò ha garantito una lettura corretta della pala e attenuato l’impressione di morbidezza dei volti che accentuava la connotazione di pacato e convenzionale classicismo caratteristica della composizione.
Grazie alla firma, l’opera viene collocata alla fine dell’apogeo classicista di Floriano Ferramola, cioè tra gli affreschi di Palazzo Calini e quelli di Santa Maria in Solario.
Si avverte nel suo stile un ripiegamento verso la ripresa di modelli compositivi già sperimentati e ripetuti in modo seriale. Nello specifico, si riconosce la strutturazione della Pala dei Mercanti di Vincenzo Foppa, suo maestro.
Author: Floriano Ferramola (Brescia 1478-1528 circa) Oil on canvas - 226x204 cm - inv. 124 Provenienza: Brescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo -
The altarpiece comes from the collection of the Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia. It was signed and dated by Floriano Ferramola in 1522, but its origins are unknown.
It was first mentioned in 1964, when it was bought at auction by Bob Jones University in Greenville, California. It was purchased in 1968 by the Pinacoteca and then sold to the Diocesan Museum of Brescia.
Gaetano Panazza connects it to a Madonna in Trono col Bambino auctioned in London in 1826 and sold to an unknown collector. George Stanley had collected the work, viscount of Bolingbroke, perhaps following the Napoleonic looting.
The first somewhat invasive restoration occurred in 1964 when it was sold to the University of Greenville. During the passage to Italy, a second intervention was necessary to remove the heavy repainting, and the thick layer of paint was applied four years earlier.
This ensured a correct reading of the altarpiece and attenuated the impression of the softness of the faces, accentuating the connotation of calm and conventional classicism characteristic of the composition.
Thanks to the signature, the work is placed at the end of Floriano Ferramola’s classicist apogee, that is, between the frescoes of Palazzo Calini and those of Santa Maria in Solario.
In his style, there is a retreat towards resuming compositional models already tested and repeated serially. Specifically, the structuring of the Pala dei Mercanti by Vincenzo Foppa, his master, is recognized.