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Ecce Homo

Autore: Pittore veneziano o bottega di Tiziano Vecellio (XVI secolo) Olio su pietra  -  32 x 23 cm Provenienza: Provenienza: Mocasina, chiesa parrocchiale di San Giorgio  - 

Questo particolare dipinto proviene dalla chiesa parrocchiale di Mocasina, frazione di Calvagese della Riviera. È racchiuso in una splendida cornice in legno dorato della stessa epoca o di poco posteriore.

Costituisce un oggetto di gusto collezionistico e di altissima qualità artistica. Le dimensioni e l’insolito supporto in pietra ne fanno supporre un uso legato alla devozione privata.

Il soggetto è l’iconografia dell’Ecce Homo, ma con una particolare attenzione sul volto sofferente del Redentore. Il cartiglio in latino sul retro della pietra recita infatti: “Imagine Salvatoris nostri Iesu Christi spinis coronati

Il taglio e la postura del volto sono plasmati su quello del Cristo Risorto del Polittico Averoldi, realizzato da Tiziano Vecellio nel 1522 per la Collegiata dei santi Nazaro e Celso a Brescia su commissione di Altobello Averoldi (1468-1531).

Le due opere si differenziano nel ductus pittorico. Il Cristo di Tiziano Vecellio emerge dalla tela per la sua prorompente forza espressiva. Quello dell’Ecce Homo, invece, è immerso in un dolore e una sofferenza molto più pacate e intime. Inoltre, i colori sono stesi delicatamente a punta di pennello.

Non mancano particolari di una certa maestria, come le grumose gocce di sangue che cadono sulla fronte di Cristo percossa dalla corona di spine.

È probabile che questo Ecce Homo non sia una copia del Polittico Averoldi, ma un dipinto originale di inizio XVI secolo ad esso ispirato. L’autore sarebbe, quindi, un ignoto pittore veneziano della stessa cerchia artistica di Tiziano Vecellio, se non un suo allievo.

Author: Pittore veneziano o bottega di Tiziano Vecellio (XVI secolo) Oil on stone  -  32 x 23 cm Provenienza: Provenienza: Mocasina, chiesa parrocchiale di San Giorgio  - 

This particular painting comes from the parish church of Mocasina, now part of Calvagese della Riviera. It is contained inside a splendid frame in golden wood of the same period or a few years later.

The artwork is precious for its size and uncommon support made of stone, which leads critics to suppose an origin for private devotion. Still, it is also an object of precious collecting taste and of the highest artistic quality.

The subject is the iconography of the Ecce Homo, with a particular focus on the suffering face of the Redemptor. In fact, a Latin cartouche on the back side of the stone recites: “Imagine Salvatoris nostri Iesu Christi spinis coronati”.

The posture of Christ is directly modeled on the Risen Christ from the Averoldi Polyptych, realized by Tiziano Vecellio in 1522 for the Collegiate of the Saints Nazarius and Celsus in Brescia, commissioned by Altobello Averoldi (1468-1531). However, they differ in style.

The Christ of Tiziano Vecellio emerges from the canvas with its overflowing expressive strength. The Savior from Mocasina is immersed in a more placid and intimate pain, and its colors are applied delicately with brush tips.

Indeed, we see a few details made with a certain mastery, like the lumpy blood drops falling from Christ’s head beaten by the crown of thorns.

For these reasons, this artwork may not be a copy of Tiziano’s masterwork. More appropriately, it may be an original painting from the first half of the 16th century inspired by Averoldi Polyptich. So, the author could be an unknown Venetian painter very close to Tiziano Vecellio, if not one of his pupils.

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