Inferno, Canto XXV

Autore: Anselm Roehr China su carta mesticata  -  75x55 cm

Attraverso questa china, Roehr rappresenta la potenza dell’ira divina che si abbatte sul girone infernale dei ladri, che Dante racconta nel XXV canto dell’Inferno.

Dopo l’invettiva di Dante verso la città di Pistoia e l’entrata in scena del centauro Caco, ucciso da Ercole, sopraggiungono altri tre dannati e, davanti agli occhi del poeta, prende vita una scena di cui lui stesso non si capacita sia realmente accaduta, e che Roehr sceglie di disegnare.

Un serpente con sei piedi si avvinghia totalmente a uno dei tre dannati, impedendogli qualunque movimento: serpente e uomo si fondono insieme, perdendo entrambi il loro colore originario.

Verrà poi resa nota l’identità di colui che ha subito la trasformazione, ossia Agnolo Brunelleschi.

Il soggetto della china di Roehr è proprio la metamorfosi del dannato, le cui fattezze umane vengono stravolte e stritolate dal mostruoso serpente.

Dalla testa di questo, rovesciata all’indietro, fuoriesce una lingua lunga e biforcuta, elemento che rende ancora più raccapricciante la scena.

In basso a destra, in primo piano ma molto più piccole rispetto all’immagine sullo sfondo, per rispettare la gerarchia medievale nelle dimensioni dei soggetti, si vedono le figure di Dante e Virgilio, quest’ultimo ritratto dietro al suo protetto, nell’atto di cingerlo con il braccio destro per sostenerlo di fronte all’orribile visione.

Il disegno di Roehr è suggestivo ed evocativo, a catalizzare l’attenzione è la massiccia figura del serpente, che avvolge l’anima di Agnolo, delineata grazie ad un sapiente uso del chiaroscuro.

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