Icona, Occhio onniveggente di Dio

Autore: Ambito russo Tempera su legno  -  31,5 x 27 cm Provenienza: Collezione privata Don Guido Zupelli  - 

Non riconosciuta dalla Chiesa ortodossa, “L’Occhio Onniveggente di Dio” è un’icona diffusa nelle chiese dei Vecchi Credenti: a metà del XVII secolo questi decisero di non aderire alla riforma iconoclasta del Patriarca di Mosca Nikon, continuando a seguire l’antico rito liturgico russo.
Nelle icone dei Vecchi Credenti, molto allegoriche, è possibile vedervi raffigurata l’immagine di Dio Padre in forma antropomorfa, scelta teologicamente non accolta dall’iconografia ortodossa canonica.

Il soggetto in esame prevede due profezie messianiche.

La prima è l’annuncio che, a livello iconografico, è alla base dell’icona della Madre di Dio del Segno: “Il Signore stesso vi darà dunque un segno. Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio, e gli porrà il nome di Emmanuele”.

La seconda profezia è una visione mistica che si riferisce al capitolo 6 di Isaia: un serafino tocca le labbra del profeta con un carbone ardente, purificandolo dai suoi peccati, attraverso un gesto simbolico di redenzione.

Esaminando la composizione si nota che, al centro, racchiusa in un medaglione, è raffigurata l’immagine di Cristo benedicente, sotto forma di Emmanuele, recante un rotolo nella mano sinistra.
Cristo è circondato da cerchi di diversi colori, inscritti nella circonferenza, simbolo dell’infinito.

La reale rappresentazione di Gesù Cristo si trova nel primo cerchio, nel secondo invece vediamo gli occhi, un per lato. Nella parte bassa si vedono un naso e una bocca, che avvicinano l’immagine al volto dell’incarnazione umana di Dio, ossia Gesù Cristo. In alto, nel terzo cerchio, c’è la Vergine Maria, raffigurata con le braccia innalzate, nell’antica posizione dell’orante, mentre prega Dio.

Il cerchio esterno, come si legge dall’iscrizione, è dedicato a Dio stesso, che domina la composizione, dipinto come Dio Sabaoth, l’Anziano dai capelli grigi. Egli è visualizzato dentro due cerchi concentrici, che ne rappresentano la sua perfezione e compiutezza.

Agli angoli della composizione sono raffigurati i quattro evangelisti: Matteo come Angelo, Giovanni come Aquila, Marco come Leone e Luca come Toro.

L’icona può essere letta come un vero e proprio trattato di teologia, infatti da Dio parte una linea ideale verticale che permette la comprensione della salvezza: la sua sfera perfetta si inserisce su quella del creato sensibile, attraverso la Vergine, e infine su Cristo, che si manifesta al mondo grazie alla parola degli evangelisti.

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