Compianto su Cristo morto
Autore: Zenone Veronese Olio su tavola (trasportato su tela) - 187 x 210 cm Provenienza: Chiesa di san Pietro in vinculis, Roe Volciano, Brescia -
Il dipinto costituiva in precedenza la pala dell’altare della Confraternita del Santissimo Sacramento presso la chiesa di san Pietro in vinculis a Liano, frazione di Roe Volciano, provincia di Brescia.
L’opera è da sempre riconosciuta a Zenone Veronese, datata intorno al 1517 nel momento dell’attività bresciana soprattutto nell’area gardesana.
La scena è occupata da sette figure che circondano il corpo morto di Cristo, sorretto da Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea, i quali lo stanno per adagiare sul lenzuolo funebre.
Il corpo al centro si abbandona morbido e scomposto: le stesse linee del suo adagiarsi vengono riprese dal gruppo che lo compiange che, al pari di un andamento musicale, alterna figure alte a figure basse.
L’orizzontalità della scena è evidenziata dal movimento dell’ampio sudario poggiato a terra, la sepoltura si sta concretizzando, il corpo è trasportato nel sepolcro, la grotta nella roccia indicata dal gesto di Giovanni.
Sullo sfondo, a chiudere la rappresentazione, è ben visibile il Golgota, con le tre croci, due ancora occupate dai ladroni.
Il punto di massima emotività è rappresentato dalla Madre straziata dal dolore che tiene per l’ultima volta il Figlio in grembo, lo schema è quello del Vesperbild, della pietà, il corpo esangue accolto sulle ginocchia della Vergine.
L’opera è definita da un impianto monumentale e dalla cromia effusiva e lievitante, tratti inconfondibili del Veronese.
Il supporto dell’opera oggi è tela, ma in origine era una tavola, il dipinto ha subito il delicatissimo intervento di trasporto nei primi del Novecento ad opera del restauratore bergamasco Steffanoni.
In seguito, venne poi decurtato in basso, il lenzuolo funebre infatti fuoriesce dal campo visivo in modo non consono, allo stesso modo nella parte superiore, dove il paesaggio e le tre croci del Golgota sembrano prive del giusto respiro.