Inferno, Canto I

Autore: Anselm Roehr China su carta mesticata  -  75x55 cm

Nel primo disegno della raccolta, Roehr, concentrandosi sulle tre celebri terzine che inaugurano il poema, interpreta il prologo della cantica, momento in cui Dante racconta di essersi trovato, nel mezzo della sua vita, in una foresta intricata e oscura, dopo aver perduto “la diritta via”. Attraverso la china Roehr rappresenta la paura e lo smarrimento avvertiti dal sommo poeta nell’attraversare questa selva terribile.

Dante, disegnato al centro della composizione, è riconoscibile dalla presenza della corona d’alloro sul capo.

Facendo ricorso ad uno stile non finito, ovvero delineando le figure solo parzialmente, Roehr traccia soltanto il profilo destro del soggetto, lasciando il sinistro all’immaginazione di chi osserva.

Nella parte alta della composizione, per dare un’immagine visiva della fitta selva, intesa non solo come luogo fisico, ma anche come situazione dell’animo, viene disegnato un intricato groviglio di linee che si sviluppa attorno alla testa di Dante.

In basso, ai piedi della figura del poeta, si stagliano due ombre, elemento tipico di Roehr, che rappresenta spesso Dante dotato di un’ombra per ricordare che egli è un essere umano in carne ed ossa e non un’anima, nonostante attraversi i tre regni dell’aldilà.

In questo caso la duplice ombra potrebbe riferirsi tanto alle tre età della vita umana, quanto all’ambientazione del primo canto, che si svolge nelle prima ore del mattino, facendo ipotizzare la presenza di due fonti luminose, il sole e la luna.

Emerge chiaramente dal disegno la capacità di sintesi dell’artista che delinea, in pochi tratti, un momento spazio-temporale preciso ma anche idee intangibili come quelle di smarrimento, confusione e solitudine.

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