Nel repertorio delle vedute del pittore ottocentesco Angelo Inganni dominano gli scorci pittoreschi delle città lombarde di Milano e Brescia, mentre il soggetto veneziano è meno frequente. Durante il soggiorno a Venezia del 1839 realizza con una visione minuta e analitica dell’ “Interno della basilica di San Marco a Venezia”. L’interesse dell’osservatore si sposta dalla struttura architettonica maestosa e possente, alla cronaca umana e di costume dei personaggi che animano l’interno della chiesa durante la liturgia. Stupisce anche il trattamento del colore così lucido e vibrante.  Nella sala precedente, la XIX, sulla parte di sinistra nella fila più bassa è esposta un’opera della seconda moglie di Inganni, Amanzia Guérillot. Nobile francese, figlia del primo contabile di Napoleone a Milano, diventa prima allieva-modella di Inganni e poi pittrice esordendo nel 1847 all'Esposizione dell’Accademia di Brera con tre vedute. Trasferitosi poi con il marito a Gussago, nei pressi di Brescia, continuò a dipingere vedute delle campagne bresciane, nature morte ed ex voto.

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