Madonna con il Bambino, san Giovanni Battista e san Gregorio
Autore: Floriano Ferramola (Brescia 1478-1528 circa) Olio su tela - 226x204 cm - inv. 124 Provenienza: Brescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo -
Questa tela è firmata e datata al 1522, quando Ferramola è già un’artista più che maturo, che si cristallizza con modalità già sperimentate in precedenza e caratterizzate da un forte richiamo al classicismo tardo quattrocentesco.
Al centro di un’architettura prospettica, seduta su un trono ligneo, la Madonna regge con una mano il Figlio in piedi sulle sue ginocchia, e con l’altra un libro squadernato, toccato anche dal Bambino.
Cristo, raffigurato nudo, è adornato da gioielli molto interessanti: due bracciali a sfere di corallo e una collana dello stesso materiale con un rametto di corallo come pendente.
Sia Ovidio che Plinio raccontano che il corallo fu originato dal sangue della testa di Medusa, decapitata da Perseo. Nell’iconografia sacra, il corallo va a rappresentare il sangue di Cristo, prefigurando la futura morte dell’infante.
Nella tradizione popolare, essi diventano potenti amuleti con cui proteggere i bambini dagli influssi maligni e dalle malattie.
Cristo ha lo sguardo rivolto a destra, verso un san Giovanni Battista scalzo che offre la mano al Bambino, creando un forte legame con l’infante. A sinistra del trono è presente la figura riconosciuta in Gregorio Magno, santo pontefice, come si evince dal triregno che porta sul capo e dalla potenza delle vesti.
Una vena malinconica e posata aleggia su tutte le figure eccetto il Pontefice, il cui volto è caratterizzato da un’energia vitale molto concreta. Inaspettato è anche il grigio luminoso del suo camice che ricorda non solo il maestro Foppa, ma anche la produzione dei giovani Moretto e Romanino.