La collezione conserva molte suppellettili liturgiche, per lo più in argento, di varia tipologia e funzione, utilizzate durante le celebrazioni e per il  culto. Reliquiario di san Girolamo: manufatto in ebano e argento, opera di un argentiere di Augsburg della metà del XVI secolo. Venne commissionato dal cardinale Uberto Gambara per contenere la reliquia del calcagno di san Girolamo. La teca è sorretta dalle allegorie della Giustizia, con l’attributo della bilancia, e della Temperanza, con una brocca per temperare i liquidi. La collocazione del leone, simbolo della Repubblica di Venezia, in posizione inferiore rispetto al copricapo del committente non venne per nulla apprezzata dalla Serenissima.  Cartagloria: tabella lignea in uso dal XVI secolo rivestita con una cornice metallica, in genere in argento. Sull’altare se ne trovavano tre, una centrale e due laterali. Le cartegloria contenevano alcune orazioni per aiutare la memoria del celebrante durante le celebrazioni dei riti, rimasero in uso fino al Concilio Vaticano II. Pace: oggetto liturgico in uso dal XIII secolo con il nome di osculum pacis o tabella pacis. Veniva baciata dal sacerdote celebrante e poi offerta al bacio degli altri officianti ed infine dei fedeli. Le paci erano generalmente rettangolari, con una piccola base in basso per stare sollevate, assolvendo così anche alla funzione di altarolo portatile. Ve ne erano di semplici e di più preziose dall’alto valore artistico; tutte presentano delle immagini realizzate con diverse tecniche artistiche. 

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