I Santi protettori

PALA DI SAN GIUSEPPE

La tela che raffigura San Giuseppe, patrono dei falegnami ed artigiani in generale, insieme a San Rocco e a San Sebastiano con la Madonna e Gesù Bambino, è opera di Luca Mombello, importante allievo di Moretto. La papa è firmata è datata 1580 su un cartiglio posto sulla sinistra.

Nel volto di San Rocco si potrebbe riconoscere il ritratto del committente, che fu guarito da una piaga cancrenosa per intervento di San Giuseppe, il quale infatti osserva benevolo il celeste infermiere che cura la gamba malata.

La prossima tappa è sempre dentro la chiesa di San Giuseppe: basta proseguire fino al nono altare sinistro.

ELEMOSINA DI SAN GUGLIELMO

È la pala del Paratico dei Fornai e per questo è anche nota come Pala dei Fornai. Fu dipinta dal pittore bresciano Francesco Savanni nel 1753.

La tela è complessa e ricca di figure che ascendono dalla dimensione terrena di trova San Guglielmo fino al cielo, dove stanno Dio Padre, Maria bambina, Sant’Anna e la colomba dello Spirito Santo.

Per far fronte alle richieste della committenza, Francesco Savanni ha dovuto comprimere i personaggi in uno spazio piccolo, senza profondità.

Inoltre, gli abiti dei santi imponevano una gamma cromatica abbastanza limitata, alla quale ha cercato di ovviare inserendo varie sfumature di colore.

Per proseguire verso la prossima tappa, uscire dalla chiesa di San Giuseppe.

COME RAGGIUNGERE LA CHIESA

Uscire dalla chiesa di San Giuseppe e percorrere a ritroso la strada fino a Piazza Loggia. Attraversare Piazza della Loggia e girare a sinistra in corsetto Sant’Agata: la chiesa si troverà in fondo a sinistra.

DOVE TROVARE L’OPERA

Il Martirio di Sant’Agata è la pala d’altare della chiesa. Una volta varcato l’ingresso, proseguite fino al presbiterio e l’altar maggiore.

IL MARTIRIO DI SANT’AGATA

La pala dell’altar maggiore, incorniciata da una soasa con fregi dorati, è opera di Francesco Prata da Caravaggio.

Raffigura Sant’Agata in croce tra i Santi Pietro e Lucia a sinistra ed Agnese e Paolo a destra. La datazione classica la colloca intorno all’anno 1522, ma per alcuni studiosi va retrodatata al 1519.

Francesco Prata da Caravaggio è noto nella nostra città dal 1510. Imitò spesso il Romanino; anzi, aveva libero accesso alla sua bottega dove poteva studiarne i cartoni preparatori e i bozzetti.

Per proseguire nella prossima tappa, uscite dalla chiesa.

La chiesa di San Lorenzo dista solo 5 minuti a piedi dalla chiesa di Sant’Agata.

COME RAGGIUNGERE LA CHIESA

Uscire dalla chiesa  proseguire a sinistra lungo via Giuseppe Verdi. All’altezza di Piazza del Mercato girare a sinistra e poi a destra lungo via Antonio Gramsci.

Proseguire e girare a sinistra in via Moretto. Dopo pochi passi, si troverà la chiesa di San Lorenzo a sinistra.

DOVE TROVARE L’OPERA

Il Martirio di San Lorenzo è la pala d’altare della chiesa di San Lorenzo. Varcare l’ingresso e andare dritti verso il presbiterio e l’altare maggiore.

IL MARTIRIO DI SAN LORENZO

La pala è opera del pittore veronese Giambettino Cignaroli. Fu un’artista molto apprezzato al suo tempo e che ebbe contatti con pittori di grande calibro, soprattutto il conterraneo Antonio Balestra, dal quale attinse l’amore per le pose classiche dei personaggi.

La composizione obliqua della scena crea movimento e vivacità, pur nel rispetto devoto di fronte al doloroso Martirio di San Lorenzo, posto su una graticola, sotto la quale l’uomo di schiena soffia aria per alimentare il fuoco. Poiché venne arso vivo sopra una graticola, è considerato patrono di cuochi e pompieri.

Per proseguire alla prossima tappa, uscire dalla chiesa.

COME RAGGIUNGERE LA CHIESA

Le chiese di San Lorenzo e Sant’Alessandro si trovano sulla stessa via.

Uscire dalla chiesa di San Lorenzo, girare a sinistra e proseguire dritti finché non troverete la chiesa di Sant’Alessandro alla vostra sinistra.

DOVE TROVARE L’OPERA

Il Martirio di Sant’Alessandro è la pala dell’altare maggiore della chiesa di Sant’Alessandro. Una volta varcato l’ingresso, andare dritti fino all’altare maggiore.

MARTIRIO DI SANT’ALESSANDRO

La tela ad olio di Pietro Moro venne consegnata nel 1791. Allo stesso anno risalgono i pagamenti per l’esecuzione della soasa ie dei due angioletti. La doratura di alcune parti della cornice è datata al 1793.

Pietro Moro era già conosciuto in città e apprezzato, poiché era inserito nella grande tradizione della pittura settecentesca veneziana.

I suoi colori sono ariosi e trasparenti, le composizioni ondulate, le figure eleganti, l’atmosfera galante e sospesa, la luce luminosa e brillante ma con un tocco della teatralità barocca.