Chiesa di San Cristo
Situata nel cuore dell’antica Brixia, tra il Foro Romano e Santa Giulia, San Cristo accoglie i visitatori e le visitatrici con la sua facciata dai tratti limpidi che conservano, come anche l’interno, l’aspetto originale. Edificata verso la fine del Quattrocento dal movimento laico dei Gesuati, sorto nel 1367 a Siena — che predicava la pace, la povertà, l’umiltà, gridando a tutti il nome salvatore di Gesù — fa parte del vasto monastero annesso comprendente tre chiostri e giunto intatto fino a noi.
Soppressi i Gesuati per decreto papale nel 1668, chiesa e convento vennero assegnati fino al 1810 ai Frati Minori riformati. In seguito affidati al Vescovo di Brescia divennero sede del Seminario Diocesano fino al 1957, quando la proprietà passò ai Missionari Saveriani di Parma, che la adibirono a Scuola Apostolica per gli aspiranti missionari. Attualmente i Saveriani svolgono qui le loro attività editoriali di cultura e animazione missionaria.
L’intera struttura è realizzata in pietra, tranne la facciata e il campanile che sono in mattoni. Sopra il portale, domina la facciata un rosone circolare con cornice a blocchi di marmo di Botticino alternati a pietra grigia di Sarnico.
L’interno della chiesa conserva complessivamente l’aspetto gotico: è a navata unica, molto alta e di ampio respiro, con uno spesso arco santo sullo sfondo, che fa da cornice al presbiterio.
Visitando la Chiesa di San Cristo si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un vero compendio di teologia per il popolo. È infatti ricchissima di affreschi con scene di martirio di vari santi, con episodi di Antico e Nuovo Testamento descritti negli archi e completati più sotto dai quadretti della Via Crucis. Gli affreschi dell’intera navata, il presbiterio e l’abside furono dipinti da Fra’ Benedetto Marone un secolo dopo la costruzione della Chiesa. Per il suo lavoro si ispirò agli affreschi della Basilica di San Pietro a Roma, tanto che ancora oggi la Chiesa di San Cristo è soprannominata “la Cappella Sistina di Brescia”. La sala dell’antico refettorio è decorata con l’Ultima cena del Romanino, di cui sono ancora apprezzabili alcune tracce.
La chiesa è stata protagonista del progetto Custodi della Bellezza durante il corso del 2023. Custodi della Bellezza è un progetto proposto dalla Parrocchia della Cattedrale con il contributo di Fondazione Cariplo