I maestri del Rinascimento

Il Duomo Vecchio e la chiesa di Santa Maria in Calchera si trovano a soli 10 minuti di distanza a piedi.

COME RAGGIUNGERE LA CHIESA

Uscendo dal Duomo Vecchio girare a sinistra e percorrete a sinistra via Trieste. Dopo circa 10 minuti si arriverà nella piazzetta della Calchera con la chiesa in bella vista.

Una volta entrati dal portone d’ingresso, il primo altare a sinistra mostrerà l’opera in questione.

CENA IN CASA DI SIMONE IL FARISEO

La tela ad olio è un’opera tarda di Moretto, datata tra il 1550 ed il 1554.

A partire dagli anni Quaranta il Moretto indaga le istanze della Contro-Riforma Cattolica, dedicandosi a soggetti di tema eucaristico.

Tale soggetto è simboleggiato nella splendida natura morta costituita dalla tavola coperta di stoffa bianca sulla quale.

Si vedono il pane spezzato, il calice di vino ed i resti di un pesce, il quale fin dall’epoca paleocristiana indica Gesù ed il suo sacrificio.

Nella pala si manifesta la fisionomia della pittura lombarda del Cinquecento, indirizzandola verso le soluzioni di aderenza alla realtà e di luce che diverranno famose con Caravaggio.

Per proseguire con la prossima tappa, andare sul lato destro della chiesa.

MESSA DI SANT’APOLLONIO

La Messa di Sant’Apollonio si trova sul secondo altare di destra della chiesa di Santa Maria in Calchera.

La pala, opera del Romanino dipinta tra il 1521 e il 1525, racconta di un episodio speciale all’interno del fervore religioso bresciano.

Secondo la leggenda, Apollonio, vescovo della città, si trovò una notte privo degli oggetti per celebrare messa.

Dopo aver pregato, apparvero una tovaglia di lino, le ostie, il calice e quattro ceri per illuminare.

I Santi Faustino e Giovita presero parte all’evento, miracolosamente liberati dal cercare nel quale erano stati imprigionati dall’imperatore Adriano.

Romanino si dovette confrontare con una commissione cittadina che sarebbe stata esposta in pubblico.

Attinse quindi dal proprio repertorio classicheggiante, usando un linguaggio elegante e misurato. Il risultato è questa pala che è tra le più elogiate della sua produzione, lodata in tutte le guide di Brescia.

Per proseguire con la prossima tappa, uscire dalla chiesa.

La chiesa di Santa Maria in Calchera e quella di San Giovanni Evangelista si trovano a circa 15 minuti di distanza a piedi.

COME RAGGIUNGERE LA CHIESA DI SAN GIOVANNI

Uscire dalla chiesa di Santa Maria in Calchera e girare a destra per via Veronica Gambara. Proseguire e girare a sinistra per via Musei. Sempre dritti per Piazza Loggia, attraversare la piazza, poi prendere corso Goffredo Mameli e girare a destra in contrada San Giovanni.

DOVE TROVARE LA SACRA CONVERSAZIONE

Una volta varcato l’ingresso, percorrere il lato sinistro della chiesa fino al quarto altare, dove si trova la Sacra Conversazione del Romanino.

SACRA CONVERSAZIONE

La pala è un olio su tavola opera di Girolamo Romanino ma gli fu attribuita solo nel 1925; è datata al 1509.

La costruzione della scena ricorda la Pala di Castelfranco di Giorgione. Si vede la Madonna col Bambino seduto su di un trono ricavato da una roccia e circondata da altri quattro santi.

A sinistra ci sono Santa Marta e Sant’Onofrio, a destra Sant’Antonio di Padova e San Rocco.

Gli influssi individuabili in quest’opera di Romanino sono milanesi nella volumetria e veneziani nei colori e nelle pieghe degli abiti.

Se volete leggere altre informazioni sulla pala, sulla chiesa di San Giovanni e gli altri suoi tesori, basta che clicchiate sul link: Scopri di più su: Chiesa di San Giovanni Evangelista.

La prossima tappa è la Cappella del Santissimo Sacramento nella stessa chiesa. Basta proseguire dritti per pochi passi.

CAPPELLA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

La Cappella del Santissimo Sacramento di San Giovanni Evangelista è il capolavoro del Rinascimento bresciano.

Sopravvissuta allo spostamento dell’intera cappella e restaurata in tempi molto recenti, mostra l’abilità di due dei nostri massimi pittori, Moretto e Romanino, che  tra il 1521 ed il 1524 i due si incontrarono e si scontrarono in un duello artistico.

Romanino si occupa della parte sinistra con le storie del Nuovo Testamento. Le sue opere esprimono tutta la sua personalissima poetica, graffiante ed espressiva.

Moretto si occupa della parte destra con le storie dell’Antico Testamento. Pur cercando di emulare il collega più anziano, nelle sue opere mostra tutto il suo interesse per l’arte di Raffaello Sanzio e del Manierismo.

Fermatevi anche ad ammirare la Deposizione che decora l’altare della Cappella del Santissimo Sacramento.

Se desiderate conoscere più approfonditamente la storia e la preziosità di questa cappella e della chiesa di San Giovanni, basta cliccare il link: Scopri di più.

La prossima tappa è conservata in questa chiesa. Uscire dalla cappella e proseguire sul presbiterio, a sinistra.

TRIONFO DI MARIA E SANTI

La tela ad olio è datata intorno al 1530.

Alcuni studiosi la collocano prima, nel periodo giovanile di Moretto, che ci lascia il suo nome scritto su un cartiglio posto ai piedi di Sant’Agostino.

Da uno scenografico drappo si affaccia Maria col Bambino tra i Santi Giovanni Evangelista e Battista, i due titolari della chiesa, Agostino e Agnese, i due protettori speciali della Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi, i quali officiavano la chiesa e abitavano nel convento annesso.

Le due mezze figure di frati oranti in basso sono probabilmente Innocenzo e Giovanni Casari, i due fratelli committenti e canonici di San Giovanni.

Nella lunetta posta in alto vediamo un luminoso Padre Eterno con la colomba dello Spirito Santo. In basso una tempera piuttosto deteriorata che raffigura Re Davide con uno strumento musicale e il Libro dei Salmi.

Per proseguire con la prossima tappa, uscire dalla chiesa.

La Collegiata dei Santi Nazaro e Celso e la chiesa di San Giovanni Evangelista stanno a solo 10 minuti di distanza a piedi.

COME RAGGIUNGERE LA COLLEGIATA

Uscire dalla chiesa di San Giovanni, proseguire a sinistra e svoltare a destra in corso Goffredo Mameli. Andare avanti e girare a sinistra per corso Giacomo Matteotti. Dopo circa 5/7 minuti la collegiata si troverà a sinistra.

DOVE TROVARE L’ALTARE DELL’INCORONATA

Una volta varcato l’ingresso, percorrere il lato sinistro della chiesa fino al secondo altare con la Pala dell’Incoronata.

ALTARE DELL’INCORONATA

L’altare è di gusto neoclassico ma custodisce dal 1534 l’Incoronazione della Vergine di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto.

Camillo Boselli definisce questa tavola il culmine dell’evoluzione del pittore in fatto di pale d’altare.

La grande pala era parte di un Polittico, ossia di una struttura che comprendeva cinque scomparti.

In alto stava il Padre Eterno con l’Angelo Gabriele annunciante e la Vergine Annunciata ai lati. Sotto stava una predella con l’Adorazione dei Pastori.

L’Annunciazione e l’Adorazione sono oggi esposte presso il Museo Diocesano di Brescia ricomposti entro una cornice moderna. La pala centrale ed il Padre Eterno sono conservati in loco.

Dietro a una impostazione chiara e semplice della scena, la geometria di Moretto è molto più articolata e profonda. I volti di tutti i Santi rispettano il canone morettesco della serena calma, persino Michele che trafigge il demonio.

La straordinaria pala del Moretto custodita nella chiesa di San Clemente raffigura Sant’Orsola con le compagne Vergini in vesti brillanti, eleganti e ricche. Figura centrale è proprio Orsola, una figura fiera, che esibisce un mantello riccamente decorato, suo attributo iconografico. La Santa è l’unica a guardare lo spettatore. Alle sue spalle, una schiera di Vergini rivolgono sguardi in tutte le direzioni, esibendo dei profili delicati e armonici. Nella parte alta dell’opera, una colomba trionfa in un arco di nuvole dal quale scaturisce una luce intensa e dorata.